mercoledì 18 aprile 2012

Alessandra.

"Le manca molto la sua amica Alessandra". Ah no? Certo che mi manca la mia amica Alessandra. Alessandra c'era, era un'amica. Una di quelle vere. Lei ricordava di chiedermi come stavo, senza che ci fosse un motivo particolare. Lei conosceva il mio cuore e la mia anima. E correva da me nel bisogno. E mi capiva. Caspita, la gente che ti capisce è così rara. Alcuni fingono di ascoltarti solo per poter parlare poi di se stessi, per darsi ragione da soli mentre fingono di consigliare te. Te che non vuoi un consiglio, vuoi disperatamente qualcuno che ti capisca.

Alessandra mi capiva e c'era. C'era nella gioia e nei momenti difficili. Con lei ho avuto alcuni dei momenti più divertenti della mia vita e alcune delle chiacchierate più intime e profonde, a volte dolorose. E lei con me.

Perchè noi eravamo tanto simili. Tanto pronte a star vicino al prossimo, a dargli tutta la nostra attenzione. Pronte a mettere da parte noi stesse una per l'altra perchè sapevamo distinguere tra ciò che è importante e ciò che non lo è.

Alessandra mi diceva spesso che la vita è troppo breve per litigare e prendersi a male parole con le persone che amiamo.

Alessandra mi ripeteva in continuazione quanto fossi  bella.

E io sono arrabbiata. Arrabbiata perchè lei mi manca. Arrabbiata perchè quando è mancata, le persone che mi sono state vicine si contano sulle dita di una mano. Incazzata a morte perchè il mio ragazzo di allora doveva andare ai concerti e ai bike pride, non poteva starmi vicino, e l'unica sera in cui l'ha fatto ha anche avuto il coraggio di rinfacciarmelo. E io non dormivo la notte e lui non c'era. C'erano altre persone, un minimo più sensibili, come Jonathan, Marco, Giuliano e Sotiria. Loro ci sono stati.

Mi chiedevo che senso avesse stare con una persona che ti fa sentire più sola che non se fossi sola sul serio. Poi mi sono risposta che non ha senso e tanti saluti.

E dovrei lasciar andare, perdonare, andare oltre. Ma come le perdoni delle cose del genere? Come puoi perdonarle? Eppure la rabbia non mi riporterà la mia amica, la mia amica che avrebbe saputo ancora una volta dirmi le parole giuste. E dirmele col suo sorriso luminoso mentre ci mettevamo lo smalto in via Peyron.

Anche lei, come me, iniziava a scrivere un'email nell'oggetto. Perchè tra noi non c'era bisogno di convenevoli. Perchè noi, essendo educate sul serio, lasciavamo le rigidità della forma a coloro che non essendo intimi, nè delicati, nè educati, dovevano nascondersi dietro di essa.

Che importanza ha esordire con un "ciao" quando scrivi a chi conosce la tua anima?

Questa sera mi hanno chiesto di rivelare un tuo segreto, sai Alessandra? Io non l'ho fatto. Terrò sempre per me la confidenza che mi hai fatto, come tengo sempre te nel mio cuore. E come tengo lontane le persone che tu non avresti approvato.

Quella sera che abbiamo bruciato i fanciulli al semaforo dopo la serata dance siamo state troppo grandi. Ma noi eravamo sempre troppo grandi.

Mi manchi amica mia, mi manca la tua bellezza, la tua anima radiosa, la tua cultura, la tua intelligenza, la tua simpatia, la tua risata. Più di tutto la tua risata. E il tuo abbraccio. Mi manchi. Mi manchi soprattutto perchè tu non mi facevi sentire sola, nella tua comprensione trovavo la compagnia autentica. Non il chiasso, non la superficialità.

Per questo mi manchi così tanto. E perchè eri meravigliosa, sì, mi manchi anche per questo.

giovedì 12 aprile 2012

Esistono giornate che non esistono.

Stamattina mi sono svegliata sollevata. Il mio ex esce con un'altra. Immensa liberazione. Ed ennesima conferma dell'aver preso la decisione giusta.

 La mia anima era così sollevata e leggera che ero pronta per il lavoro decisamente in anticipo. Così, essendo senza frutta e verdura, che nel mio caso equivale a essere senza viveri, ne ho approfittato per andare dall'ortofrutta prima dell'ufficio. Mi ha servito un ragazzo che mi sembrava chiaramente nordafricano, così gli ho chiesto:

- "Di dove sei?"
- "Calabrese"
- "Ah, perchè mi sembravi nordafricano"
- "Sì, sono egiziano"

Gli egiziani mi fanno morire. Ti rispondono quello che pensano tu voglia sentirti dire, o quello che fa figo. Il fatto che il titolare del negozio sia calabrese non lo rende calabrese, ma lui penserà che la gente qui preferisca i connazionali. Nel mio caso invece non sa che preferisco decisamente gli egiziani ai calabresi.

Spesso un egiziano, se gli chiedete di dov'è, vi risponderà: del Cairo. In realtà nella maggior parte dei casi non è del Cairo, ma il Cairo è grande e allora fa figo dire che sei del Cairo, anzichè di un paesino sperduto, secondo loro. Certo, si potrebbe usare: "vicino a", per dare un'idea al proprio interlocutore almeno della zona dell'Egitto da cui provengono, ma evidentemente non fa altrettanto figo. Infatti il ragazzo mi ha poi detto di essere del Cairo, ma incalzato dalle mie domande ha confessato di essere appunto di un piccolo paese del delta.

Chissà poi perchè. Io ci tengo a dire da dove vengo o dove abita mia mamma, per quante poche anime conti quel paesino. Perchè ho un legame con la mia terra. Forse quando senti che la tua unica speranza è la fuga dalla tua terra quel legame viene un po' a mancare... magari sbaglio... in ogni caso non addentriamoci in teorie antropologiche folli basate sul nulla, anche se sono la mia specialità.

In buona sostanza stamattina alle 8.20 stavo parlando in dialetto egiziano dietro casa. Già lì dovevo capire che la giornata sarebbe stata atipica.

Ho poi ricevuto due dei migliori sms del 2012. A dimostrazione che se pensi di meritarti cose belle esse stesse accadono. E che se hai il coraggio di chiudere fuori le persone negative ne troverai invece di decisamente positive.

Uscita dall'ufficio c'era un limousine bianca e Rodolfo (chi è Rodolfo? eh, sapeste...) mi dice: Guarda ti aspettano. Ok, non aspettava me ma è stata comunque una scena divertente.

Vado in palestra, prima volta in sala attrezzi, devo fare la scheda. Mi danno un istruttore. L'istruttore è alto due metri ed è il sosia di Gabriel Garko. Essere sosia di Garko, istruttore di palestra e alto due metri sono qualità che non dovrebbero essere presenti contemporaneamente nello stesso individuo. Invece lo sono.

Oltre al fatto che mentre lui mi spiegava le cose io non sapevo dove guardare, perchè era oggettivamente troppo bello per guardarlo, non potevo nemmeno vagare troppo con lo sguardo. Eh no perchè in sala attrezzi c'era un individuo quantomeno particolare, dotato di occhiali da sole a specchio, palesemente indispensabili alle 8 di sera in palestra, che dopo ogni ripetizione su qualsivoglia attrezzo si piazzava davanti allo specchio e ballava 3 minuti da solo come un matto.

Ripensandoci forse era proprio matto.

Quindi mi sono ritrovata a non sapere dove caspita guardare, in buona sostanza, e a fare immani sforzi per non scoppiare a ridere di fronte alle evoluzioni dell'uomo tarantola occhialuto. Credo di aver bruciato il doppio delle calorie per la fatica che ciò ha comportato.

Una giornata piena di sorrisi, belle sensazioni, improvvisi scoppi di gioia, davvero contro ogni previsione, e invece... invece fortunatamente, esistono giornate che non esistono.

E l'Egitto manca, manca sì. Solo una foto con naso bruciato dal sole in un radioso gennaio egiziano può esprimere quanto l'Egitto mi manchi.