venerdì 21 settembre 2012

Tenerezza

Se togli la poesia che cosa rimane? Che cosa rimane se togli la tenerezza, le carezze, i bisbigli, le scene da film, le parole scelte con cura, come un vestito da primo appuntamento?

Rimane un pezzo di carne. Un pezzo di carne da divorare veloce, smembrare, inghiottire e dimenticare. Un pezzo di carne come tanti altri. 

Rimane un vuoto buio e freddo. Rimane il silenzio dell'incomprensione. 

Ammiro chi resta indifferente a ogni cosa. Li ammiro. E parecchio. 

"Violerai le promesse fatte al sole quando la notte coprirà gli inganni..."

Io voglio la tenerezza. A piccole dosi. Sporadica. Non potrei tollerarla con costanza adesso. Ma a frammenti sì. Mi servono frammenti di tenerezza.

"Voglio che tutto ciò resti inciso sul mio corpo
siamo noi i veri paesi
non le frontiere tracciate sulle mappe
con i nomi di uomini potenti."

Il paziente inglese



giovedì 20 settembre 2012

Pareri non richiesti.

Ci sono esseri umani che parlano senza pensare. Per quanto possano essere in gamba in n cose cadono in modo maldestro in trappole da psicologia spicciola. è uno spettacolo triste. E noioso, lo ammetto.

Mi annoia la gente che parla per luoghi comuni. Che se ne esce con frasi tipo: "Frequenti qualcuno?". E alla mia risposta evasiva, ché non è che tutto il mondo debba sapere i fatti miei, segue l'affermazione: "Te lo chiedo perchè ci tengo a sapere che sei felice".

Ora qualcuno mi spieghi che cavolo vuol dire la frase di cui sopra.

Se frequenti qualcuno sei felice? Che cos'è, un meccanismo automatico forse?

Coppia=gioia?

Queste sono semplicemente scempiaggini.

Ora, non so voi (parlo come se qualcuno leggesse i miei deliri ma so che non è così e tanto meglio così direi...), ma io non reputo coppia e felicità due cose che vanno di pari passo. Intorno a me vedo persone che stanno insieme per abitudine, solitudine, routine, che scambiano la comunione di anime con la necessità di una stampella, che si innamorano di un'idea e sprecano infinite quantità di tempo, che nessuno gli darà indietro, con la persona sbagliata.

A me questo spaventa.

E mi spaventa perchè io ci sono stata con la persona sbagliata. E so che cosa vuol dire. So quale infinita fonte di infelicità sia un legame insoddisfacente.

Coppia non è necessariamente felicità. Può essere una felicità stupenda se la coppia funziona, ma l'accontentarsi, come molti fanno, non rende felici e io non so accontentarmi. Non in ciò che posso scegliere con un minimo di raziocinio, che l'esperienza regala.

La vita non è la coppia. Ci sono percorsi di crescita interiore, spirituale e personale che sono decisamente più importanti della dimensione di coppia, che se non sono nutriti non permettono una felice vita di coppia, nemmeno con la persona più meravigliosa della terra, ma solo il ripetersi dei tristi esempi di cui sopra, all'infinito.

Vedo poche coppie felici intorno a me. Sono pochi coloro che mi fanno pensare che rinuncerei a quella meravigliosa sensazione di svegliarsi padroni della propria giornata, senza dover rendere conto a nessuno di ciò che desideri fare, per legarmi a qualcun altro. Se deve accadere sarà speciale. Non sarà riempimento di un vuoto nella maniera sbagliata.

Ché poi, paradossalmente, quelli che ti consigliano di trovarti una metà sono gli stessi che parlano delle proprie relazioni senza entusiasmo, che tradiscono, che mentono, che si annoiano... ma non pensano. Non pensano a ciò che dicono, non riflettono su dove sono, chi sono e cosa vogliono. Per questo ti vomitano addosso opinioni non richieste. Come ha detto giustamente un mio amico, alcune persone sono come bulldozer, non si fanno mai domande, investono con violenza chiunque incontrino con la loro superficialità e non se ne accorgono nemmeno.

Insomma, pareri non richiesti, parole vuote che disturbano quello che sarebbe stato un decisamente più dignitoso silenzio.

mercoledì 12 settembre 2012

Elenchi inutili.

Oggi ho capito alcune cose.

1. Devo aggiungere al curriculum il Master in cazzate a livello professionistico.

2. Nessuno può biasimarmi se non ho voglia di spaccarmi i maroni passando una serata col mio ex.

3. Quando sento frasi tipo: "siamo stati insieme 8 anni", penso sempre: "io 8 anni con una persona li farò in 8 vite". ah no, questo lo sapevo già...

4. Il sesso senza amore è fonte di confusione.

5. Se non riprendo la palestra impazzisco, non me ne frega niente di cosa dice l'ortopedico. E quanto scritto sopra esprime già la gravità del mio stato psicofisico. La esprime fortemente.

6. Quando c'è del professionismo c'è del professionismo. Inutile negarlo. C'è gente che fa le cose a modo perchè ne ha le capacità, ha l'esperienza e la preparazione necessaria. Su questo non ci piove.

Sì, sto delirando.

ps. La prima regola del Fight Club è non parlare mai del Fight Club.

sabato 1 settembre 2012

Segnali: il compleanno.

Aggiungerò a questo blog una nuova categoria, la categoria si chiamerà: Segnali. 

"Segnali" sarà una serie di post che parleranno di esperienza acquisita sul campo, esperienza che mi permette oggi di non dannarmi per esseri di sesso maschile indegni appunto di dannazione. 

La noia dell'esperienza è che appunto, va sperimentata in prima persona, spesso la condivisione non serve a nulla, per cui anche se io condividerò la mia esperienza ciò non vi eviterà di dannarvi per un demente finchè non sbatterete il muso talmente forte da arrivarci da sole. 

Iniziamo dunque questa avventura segnaletica, sebbene totalmente fine a se stessa. 

Ieri sera sono stata al compleanno di un'amica e ho visto come si comporta il compagno perfetto in un'occasione simile, ovvero il suo fidanzato. Attento a lei e al buon svolgimento della serata ma anche agli invitati, capace di intrattenere tutti, sconosciuti o meno, in modo che nessuno si sentisse a disagio o escluso (cosa che può accadere quando persone che non si conoscono tra loro si incontrano in occasioni simili), senza mai perdere di vista la cosa fondamentale: il divertimento della festeggiata. 

Ci sono uomini che non si comportano come il ragazzo in questione. E non si comportano così perchè sono delle merde indegne di voi. Ma voi ci uscite lo stesso perchè siete insicure, traumatizzate dalla figura di vostro padre e tutte quelle balle lì e tollerate comportamenti intollerabili. No, non sono tollerabili. Punto. Se volete essere felici, e sarebbe un vostro sacrosanto diritto, non li potete tollerare. Se volete essere infelici invece lasciategli pure campo libero però poi non vi lamentate, chè anche gli amici e le amiche dopo un po' non ne possono più delle lamentele riguardo a cose che avete tutto il potere di cambiare cambiando i soggetti a cui vi accompagnate.  

Mettiamo da parte la questione "regalo" a cui dedicherò un post a parte, rimaniamo sul compleanno come evento da organizzare in sè. 

1. Voi volete festeggiare? Se la risposta è no, il vostro compagno dovrebbe avere la decenza di rispettare la vostra scelta anche se non la condivide, in fin dei conti il compleanno è il vostro. Non la rispetta e vi costringe in maniera palese o velata (termine molto delicato per indicare la subdola arte della manipolazione) a organizzare qualcosa solo per partecipare a una festa dato che lui senza casino intorno non sa stare? Non è un comportamento tollerabile. Se vi sorprendete a organizzare la vostra festa di compleanno per far contento il vostro ragazzo vuol dire che il ragazzo in questione è una merda indegna di voi e di voi non ha capito nulla. E se non ha capito nulla di voi non vi conosce non può amarvi. è semplice logica. Ma a volte sfugge comunque. 

2. Volete festeggiare. Lui vi aiuta a organizzare la festa, è partecipe e proattivo o aspetta di trovarsi la pappa fatta, la fidanzata gnocca e le sue amiche pure con tanto alcol a gratis? Qui rispondetevi da sole. Se non ci riuscite non siete abbastanza intelligenti e questo post è per voi inutile, sarete sempre e comunque felici, i cretini sono sempre e comunque felici. 

3. Festeggiate in un locale. Vi aiuta nella scelta muovendo osservazioni sensate (ovvero attiva seriamente il cervello per valutare la possibile buona riuscita della serata) o dice cose a caso perchè pensa ad altro in quanto alcol e gnocca ci saranno comunque e il fatto che sia il vostro compleanno è abbastanza irrilevante, basta che ci sia alcol e gnocca?

4. Festeggiate a casa. Vi aiuta, o almeno si offre SPONTANEAMENTE (io le donne che frignano elemosinando le cose che il semplice buon gusto imporrebbe di fare le odio) di aiutarvi a pulire/preparare/sistemare cibo, alcol e musica? Se lo fa bene, se si propone e voi declinate ok ma se per esempio non vi aiuta per andare a ubriacarsi con un'amica sua, arriva in ritardo, trova tutto pronto perchè voi siete super donne e lui lo sa ma non lo ammetterà mai e non vi merita, e quando arriva anzichè aiutarvi a sistemare le ultimissime cose si siede e si mette a farsi i cavoli suoi... sbattetelo fuori casa. Non vi rovinerete il compleanno, fidatevi, impedirete che ve lo rovini lui. Lo so, non vi fiderete ma fareste meglio a farlo. 

5. in entrambi i casi, fa in modo di supportarvi nella gestione della festa intrattenendo gli ospiti (dare pacche sul culo alle vostre amiche o contrattare il prezzo del fumo mentre qualcuno vi distrugge la casa NON è intrattenere gli ospiti) ma facendo sempre attenzione a non trascurarvi o si gode la festa e la trasforma appunto in una festa in cui lui si diverte e voi avete fatto da sponsor al suo divertimento?

6. vi lascia libere di godervi i vostri amici in maniera serena o se a un certo punto è ubriaco marcio e ha sonno, perchè non ha un minimo di criterio nè di rispetto nei vostri confronti dato che per una sera a ubriacarsi dovreste poter essere voi, vi impone di andare a letto con lui e cacciare quelli che invece sono venuti per amore e affetto disinteressato nei vostri confronti?

7. il giorno dopo fa in modo che la festa continui con attenzioni e coccole di varia natura o vi fa pesare il fatto che magari vi stia aiutando a pulire o comunque vi rovina l'umore con la sua negatività?

Non deve fare tutte queste cose terribili insieme (a volte capita, ma sono casi eccezionali che si spera capitino una volta sola nella vita) per convincervi che è una persona indegna del vostro amore. Ne basta una. Dovrebbe bastarne una per lanciarvi un segnale forte e chiaro che forse non è esattamente una persona con cui condividere la propria esistenza. Non in maniera volontaria almeno. E se uno di questi comportamenti è un segnale forte e chiaro della necessità di porsi almeno qualche domanda, la compresenza di più di uno di questi segnali dovrebbe segnare, in una persona sana di mente, la fine della relazione stessa. Per il vostro benessere psicofisico, ecco. 

lunedì 27 agosto 2012

Sms inutili.

Se c'è una cosa che mi dà sui nervi sono gli sms inutili. Gli sms inutili sono quella categoria di sms che si potevano mandare in età adolescenziale, quando oltre ai compiti e qualche sport in orario pomeridiano non avevi nulla da fare e tuttavia ti sembrava che avessi da fare tutto tu e che nessuno ti capisse e che il mondo fosse una merda e tutte quelle cose lì... ma un giorno avresti capito che così non era e avresti rimpianto quei giorni spensierati, talmente spensierati che ti riempivi il cervello di cazzate pur di riempirlo con qualcosa. Tornando al nocciolo della questione, gli sms inutili nascevano in quel contesto di meraviglioso nulla per cui lei scriveva: "Ciao, che fai? Io leggo Cioè" e lui rispondeva: "io sto cercando di dar fuoco a delle lucertole". Ok, e quindi? Quindi niente, si passava il tempo mandandosi messaggi così, presumibilmente da un nokia simil walkie talkie con cover colorata in tutti i modi possibili e immaginabili. Oggi gli sms sono ancora più inutili probabilmente e in sottofondo non ci sono i Take That ma Justin Bieber (almeno credo, chè non sono troppo aggiornata) ma vengono inviati da cellulari molto più fighi, questo sicuro. Ad ogni modo, superati i 17 anni questo genere di messaggini divengono per me intollerabili.

Allora, un sms richiede tempo: tempo per leggere, capire, rispondere. Tempo in cui ti blocchi e rispondi al messaggio. All'alba dei trent'anni ti rendi conto che il tempo è prezioso (sì, sono quei momenti di illuminazione in cui ti scopri a pulire la cappa della cucina alle undici di sera anzichè pianificare la conquista del sultano del Brunei e sai che stai sbagliando ma continui imperterrita) e che se proprio ne vuoi perdere sei benissimo in grado di ingegnarti da sola a perderlo, non hai bisogno che qualche pirla ti aiuti. Ma loro ti aiutano lo stesso. Loro riescono comunque a darti una mano. Perchè si sa, l'uomo non può esimersi a volte dal privare una donna dell'ultimo barlume di speranza che la propria eterosessualità non sia una lotta contro i mulini a vento.

Quindi, sempre all'alba dei trent'anni, ti trovi a leggere, da parte di un tuo coetaneo cose tipo: "Sto bevendo una birra". E ritorniamo all'... "e quindi?" del primo paragrafo. Questo è il classico sms di uno che non ha un cavolo da fare, e si sta annoiando ma anzichè sforzarsi quel minimo in più (perchè già che mi stai scrivendo scrivi almeno qualcosa di utile) lancia nel cosmo un messaggio qualunque aspettandosi non so quale risposta, perchè io onestamente a un sms del genere non rispondo. Potrei rispondere "e quindi?" ma so che lo metterei in seria difficoltà e allora lascio perdere.


Se scrivi a una donna o le chiedi come sta, o le chiedi di vedervi, o le passi un'informazione di un qualche tipo (emotivo, pratico, colpo di genio impareggiabile) o lascia perdere. Rifletti, cambia idea finchè sei in tempo. Sto per scrivere un sms inutile? Ok, lascio stare, mi dò alle pugnette, che è meglio. Davvero. Perchè leggere che stai bevendo una birra, che hai mangiato una pizza, che stai giocando a freccette con i cotton fioc o che ti stai tagliando le unghie dei piedi beh... fa passare la voglia di frequentarti, non solo quella di rispondere.

lunedì 23 luglio 2012

Alessandra.

A più di un anno di distanza accade ancora. Arrivano le lacrime. E le lacrime non arrivano quando mi chiedono di descrivere come è morta, che cosa è successo, quando... Le lacrime arrivano quando mi chiedono come sto rispetto a questa morte, a come me la vivo, a come ho vissuto questo primo anniversario.
La verità è che lei mi manca terribilmente.

Molte volte mi trovo a pensare che lei saprebbe che cosa dire, solo lei. Lei mi diceva sempre la cosa giusta. Lei aveva sempre il sorriso che mi riscaldava l'anima. Lei rideva e mi capiva. E ogni messaggio, ogni email erano un regalo, un'ispirazione, una gioia.

Ti ricordi Alessandra quando chiacchieravamo e sghignazzavamo al telefono durante l'adunata degli alpini? E quando mi hai abbracciata al funerale di Fabio, tu, l'unica che ha mosso il culo per me, per non lasciarmi da sola in quel momento terribile.

Mio dio quanto ti volevo bene, e ancora te ne voglio. Per questo mi manchi così tanto, perchè hai lasciato un vuoto immenso. Cosa non darei per avere ancora qualche ora con te, per poterti convincere, per poterti abbracciare, per sentirti esclamare cose tipo: Rien de gravissime mais quand meme! oppure: le donne che piacevano la gente ma sceglievano uomini basic che stanno bene con tutto, o ancora: meglio male che troppo male.


Vorrei aver capito. Vorrei aver ascoltato maggiormente anche il tuo silenzio. Perchè tu non ti lamentavi mai, avevi sempre una buona parola, un incoraggiamento per tutti. Mi facevi sentire bella, e amata.


E quando mi hai vista sul tram mentre aspettavi alla pensilina e mi scandivi in labiale al di là del vetro: sei gnocca!!! sei gnoooocccccaaaaaa!!!

Tutta la musica meravigliosa che mi hai passato, e i libri, e la cultura e i francesismi, tu e io, le uniche a pronunciare H&M alla francese perchè noi la Francia la adoriamo e i francesi anche.

Ora quel tuo silenzio è quello che mi rimane, quello che ho dentro. Il silenzio e la mancanza. Quel buio vuoto che sa non tornerai ma vorrebbe anche scoprire all'improvviso che è stato solo un incubo.

Hai scelto il modo più drammatico per esprimerci la tua sofferenza. Sarebbe bastata una telefonata, io avrei risposto. Ma tu volevi solo essere positiva e incoraggiante per gli altri, ti vietavi di condividere col prossimo le tue paure, le tue incertezze, o le sminuivi sempre, sfoggiando subito il tuo bellissimo e luminoso sorriso.

E quando ti ripenso, penso anche che ogni volta che maltratto me stessa faccio un torto a te.

Mi restano le tue email e le tue ultime parole, che taglio per privacy, parole a cui io credetti:


Scusa se rispondo malamente. Sto partendo avec le coeur lourd....
Prenderò quello che viene. Torno venerdì sera.
E si, ti voglio bene anch'io.

A.

Non saresti tornata venerdì, e sì, so che bene me ne volevi. 

domenica 22 luglio 2012

Confusione. Ma tanta.

La verità, pura e semplice, è che io della vita non ho ancora capito un cazzo.

Mi ritrovo in situazioni che, se le guardo da fuori, sono sostanzialmente ridicole se non grottesche. Per fortuna non perdo il sorriso e appunto, ci rido sopra. Però è anche vero che a volte l'anima ha bisogno di ridere con se stessa e non di se stessa.

Per fortuna almeno c'è Giovanni che ride con me, quando gli dico che sono nel posto sbagliato, che dovrei vivere in una società meritocratica e lui giustamente mi consiglia di andare a vivere con i panda, perchè la loro è una società meritocratica...e infatti si stanno estinguendo.

E poi c'è Giuliano che spiega l'abc. Io mica lo conoscevo l'abc. Menomale che me lo hanno spiegato. Poi Giuliano va anche oltre e spiega la d e la e, insomma se non c'era Giuliano come facevo io?

Ho mille punti interrogativi nella testa, e sensazioni non esattamente positive nel cuore e questo non è bello. A volte vorrei poter spegnere le emozioni o almeno fare sbagli un po' più costruttivi e meno dolorosi.

Poi succedono anche cose belle per carità, come questa sera, in cui aspetto la felicità vestita di azzurro. Ma è facile aspettare la felicità col sorriso se sai a che ora arriva.

Ad ogni modo, secondo me aveva ragione Hemingway, io supporto il metodo Hemingway e vorrei ci fossero più uomini come Hemingway.

lunedì 9 luglio 2012

Karma

Oggi ero di corsa, vestita da  newyorkese in una torrida giornata estiva poichè a me piace imbarcarmi in sfide inutili. Uscivo da un appuntamento di lavoro e mi stavo catapultando nuovamente in ufficio quando sento: "Dottoressa!", mi volto e vedo un ragazzo egiziano che avevo intervistato tempo fa per la mia tesi. Era insieme alla compagna, che mi ha presentato, una adorabile ragazza italiana con la quale ora gestisce un ristorante. Dopodichè ha iniziato a farmi mille complimenti davanti a lei a dire che sono in gamba, che l'ho aiutato tantissimo, che sono una persona stupenda, che con l'università gli sono stata di grande supporto... La cosa pazzesca è che io non me lo ricordavo affatto. Cioè, mi ricordavo di lui ma non di tutte le spinose questioni di ammissione al politecnico con annesso riconoscimento degli esami e via dicendo per le quale lo avevo aiutato. Mentre parlava a me è tornato in mente e sono stata contenta. Contenta di aver lasciato un così bel ricordo a qualcuno, ricordo di me stessa che avevo rimosso totalmente. Evidentemente, poichè nulla accade per caso, in un momento in cui mi sento molto sotto pressione e molto poco all'altezza dei miei incarichi lavorativi il mondo sapeva che avevo bisogno di una iniezione di autostima.

Ho visto un'amica piangere oggi. Vedere un'amica piangere è una delle cose peggiori che ti possano capitare, a meno che non sia colpa tua e allora tu possa rimediare in qualche modo ai tuoi torti. Se le ragioni sono altre ti senti terribilmente impotente, vorresti cancellare quel dolore da lei perchè sai che non se lo merita eppure non puoi. Puoi starle vicino. Motivo per cui ritengo che uno debba lavorare sodo per avere un proprio equilibrio abbastanza buono. Per essere in grado di sostenere gli altri nel momento del bisogno. Poichè tutti abbiamo momenti di bisogno, momenti in cui ci serve il conforto di chi amiamo, di sentirci proporre due spalle anzichè una. Invece ci sono persone che hanno sempre bisogno e sanno solo prendere. Persone che a me spaventano e che non voglio diventare.

Si soffre per amore. Per fortuna non è grave come la malattia ma si sta male lo stesso. E si sta male anche tanto. A volte penso che non vorrei vedere più nessuno soffrire per amore. Per due ragioni:

1. Se ami te stesso arriverà la persona giusta. Se ti fa stare di merda non è la persona giusta e quindi inutile struggersi.

2. Dato che a volte si soffre già per gente che non possiamo scegliere se includere o meno nella nostra esistenza: genitori, compagni di scuola, professori, datori di lavoro, non ha senso arrecarsi sofferenza aggiuntiva anche da persone che siamo noi a decidere se far entrare o meno nella nostra vita.

No, per questi quattro giorni che abbiamo da vivere non ha minimamente senso. Eppure accade e accade spesso.

Forse sarò cinica però credo in quei due punti di cui sopra. Ma quei due punti si applicano con tanta fermezza solo se non si è innamorati.

Stasera scrivo malissimo, perdono, è la stanchezza.

domenica 8 luglio 2012

La pasta al forno.

Questa mattina risveglio traumatico con emicrania mai vista prima, probabilmente causata da stanchezza eccessiva. Ad ogni modo, mio fratello mi ha salvato la vita portandomi a letto caffè e oki. Dio benedica l'oki. E anche mio fratello. Parentesi: non poter prendere l'oki se si è in gravidanza mi sembra una condizione totalmente sufficiente per non riprodursi mai nella vita. Chiusa parentesi.

Poco dopo il mal di testa diminuisce e decidiamo di andare a fare la spesa, di domenica, universalmente il giorno peggiore per fare la spesa oltre al sabato ma si sa, se lavori hai poca scelta e se segui la prima legge della pigrizia per cui: se non è a portata di mano non ti serve, di scelta ne hai ancora meno.

Mentre facciamo la spesa, mio fratello si ribattezza Chef Tony e decide di comprare tutto l'occorrente per fare la pasta al forno, ché si sa che quando ci sono 40° all'ombra e un tasso di umidità del 110% la pasta al forno è la prima cosa di cui ti viene voglia.

Ma lui è un gaudente strafigo e di queste cose se ne sbatte. Giustamente.

Alle 8 di sera decide di iniziare a prepararla (non immaginando ovviamente le tempistiche), io faccio il pieno di sali minerali ed esco. Quando rientro all'una meno venti lo trovo che sforna una generosa teglia di pasta al forno con tutti i crismi esclamando: "4 ore di preparazione, nemmeno Chef Tony per il catering dei matrimoni dei terroni. Adesso non ho fame, ho voglia di vomitare, ma almeno la assaggio e che cazzo... Hai degli amici da invitare a cena?"

Mio fratello è un mito.

lunedì 21 maggio 2012

Ciliegie

E' giunto il momento della dose di follia quotidiana, nonostante sia tardissimo e io debba dormire, ma se torni dalla palestra alle 9 e mezza, che devi ancora lavarti, capelli inclusi, e cenare, capita ciò.

Ogni anno mi dimentico che mi piacciono le ciliegie.

Io non sono una difficile con frutta e verdura, praticamente mi piace ogni cosa appartenga a queste categorie. Però il mio frutto preferito in assoluto sono le fragole. E amando le fragole alla follia mi convinco sempre che le ciliegie non possano batterle. Sono entrambe piccole, rosse e primaverili, per cui in qualche strano meandro della mia testa sentono il desiderio di escludersi una con l'altra. Ami le fragole, non possono piacerti anche le ciliegie.

Invece no, mi piacciono anche le ciliegie, ma ogni anno me lo dimentico, me la conto, applico la sopraccitata e totalmente assurda teoria dell'esclusione e così, quando mangio una ciliegia e noto quanto mi piace (non a livello della fragola ma mi piace davvero molto), mi stupisco e sono felice, perchè ricordo che mi piacciono le ciliegie.

Non so come mi sia venuto in mente tutto questo, e tanto meno come mi sia venuto in mente di conviderlo qui quando probabilmente è una delle riflessioni più strampalate e meno interessanti dell'universo, però ci tengo a dire che non sono sotto l'effetto di stupefacenti.

Sì, inizio a preoccuparmi anch'io.


( Nel frattempo rifletto sull'esistenza del lampone, che mi piace anche lui, ed è piccolo e rosso però lo accosto mentalmente alla mora, che mi piace anche lei e rossa non è. Ok basta).


domenica 20 maggio 2012

All I Need

I am all the days that you choose to ignore...

Fuori piove. C'è un piacevole sottofondo alle note di All I Need.

A volte la paranoia raggiunge vette inaspettate, per esempio si scopre di aver paura di tagliarsi le unghie, si ha paura dell'impatto del tagliaunghie sull'unghia e mentre lo si pensa si capisce che non ha assolutamente senso eppure in quel momento fa paura uguale. Forse il dolore ha un limite, oltre al quale non si tollera più nulla, nemmeno un capello che cade.

Poi avviene come un'illuminazione e si capisce che ogni paura è degna di essere ascoltata, anche quella più incomprensibile. Spesso le persone sminuiscono le paure altrui. Sbagliano, quanto sbagliano. Ogni paura dovrebbe essere accettata semplicemente per quella che è.

A volte immagino, non dico che capisco, non la posso capire, mi rimarrà sempre un grande punto interrogativo nel vuoto che ha lasciato, però in alcuni momenti immagino come si potesse sentire in quel maledetto mercoledì mattina. Forse la sensazione peggiore proviene dal sentire che nessuno crede in te. Ma quando questo accade probabilmente è perchè tu hai smesso di credere in te stesso molto tempo prima.

Lui voleva mantenere un rapporto. Io voglio solo dimenticare di avercelo avuto un rapporto con lui.

Per fortuna ci sono altri rapporti. Rapporti per cui solo tu sai cosa significa quel posacenere sul balcone. E la poesia di quel posacenere sul balcone rende assolutamente secondario l'essere all the days you choose to ignore. C'è una bellezza e un amore e una gioia in quel posacenere che non può essere spiegata se non con la condivisione di momenti altrettanto perfetti.




mercoledì 18 aprile 2012

Alessandra.

"Le manca molto la sua amica Alessandra". Ah no? Certo che mi manca la mia amica Alessandra. Alessandra c'era, era un'amica. Una di quelle vere. Lei ricordava di chiedermi come stavo, senza che ci fosse un motivo particolare. Lei conosceva il mio cuore e la mia anima. E correva da me nel bisogno. E mi capiva. Caspita, la gente che ti capisce è così rara. Alcuni fingono di ascoltarti solo per poter parlare poi di se stessi, per darsi ragione da soli mentre fingono di consigliare te. Te che non vuoi un consiglio, vuoi disperatamente qualcuno che ti capisca.

Alessandra mi capiva e c'era. C'era nella gioia e nei momenti difficili. Con lei ho avuto alcuni dei momenti più divertenti della mia vita e alcune delle chiacchierate più intime e profonde, a volte dolorose. E lei con me.

Perchè noi eravamo tanto simili. Tanto pronte a star vicino al prossimo, a dargli tutta la nostra attenzione. Pronte a mettere da parte noi stesse una per l'altra perchè sapevamo distinguere tra ciò che è importante e ciò che non lo è.

Alessandra mi diceva spesso che la vita è troppo breve per litigare e prendersi a male parole con le persone che amiamo.

Alessandra mi ripeteva in continuazione quanto fossi  bella.

E io sono arrabbiata. Arrabbiata perchè lei mi manca. Arrabbiata perchè quando è mancata, le persone che mi sono state vicine si contano sulle dita di una mano. Incazzata a morte perchè il mio ragazzo di allora doveva andare ai concerti e ai bike pride, non poteva starmi vicino, e l'unica sera in cui l'ha fatto ha anche avuto il coraggio di rinfacciarmelo. E io non dormivo la notte e lui non c'era. C'erano altre persone, un minimo più sensibili, come Jonathan, Marco, Giuliano e Sotiria. Loro ci sono stati.

Mi chiedevo che senso avesse stare con una persona che ti fa sentire più sola che non se fossi sola sul serio. Poi mi sono risposta che non ha senso e tanti saluti.

E dovrei lasciar andare, perdonare, andare oltre. Ma come le perdoni delle cose del genere? Come puoi perdonarle? Eppure la rabbia non mi riporterà la mia amica, la mia amica che avrebbe saputo ancora una volta dirmi le parole giuste. E dirmele col suo sorriso luminoso mentre ci mettevamo lo smalto in via Peyron.

Anche lei, come me, iniziava a scrivere un'email nell'oggetto. Perchè tra noi non c'era bisogno di convenevoli. Perchè noi, essendo educate sul serio, lasciavamo le rigidità della forma a coloro che non essendo intimi, nè delicati, nè educati, dovevano nascondersi dietro di essa.

Che importanza ha esordire con un "ciao" quando scrivi a chi conosce la tua anima?

Questa sera mi hanno chiesto di rivelare un tuo segreto, sai Alessandra? Io non l'ho fatto. Terrò sempre per me la confidenza che mi hai fatto, come tengo sempre te nel mio cuore. E come tengo lontane le persone che tu non avresti approvato.

Quella sera che abbiamo bruciato i fanciulli al semaforo dopo la serata dance siamo state troppo grandi. Ma noi eravamo sempre troppo grandi.

Mi manchi amica mia, mi manca la tua bellezza, la tua anima radiosa, la tua cultura, la tua intelligenza, la tua simpatia, la tua risata. Più di tutto la tua risata. E il tuo abbraccio. Mi manchi. Mi manchi soprattutto perchè tu non mi facevi sentire sola, nella tua comprensione trovavo la compagnia autentica. Non il chiasso, non la superficialità.

Per questo mi manchi così tanto. E perchè eri meravigliosa, sì, mi manchi anche per questo.

giovedì 12 aprile 2012

Esistono giornate che non esistono.

Stamattina mi sono svegliata sollevata. Il mio ex esce con un'altra. Immensa liberazione. Ed ennesima conferma dell'aver preso la decisione giusta.

 La mia anima era così sollevata e leggera che ero pronta per il lavoro decisamente in anticipo. Così, essendo senza frutta e verdura, che nel mio caso equivale a essere senza viveri, ne ho approfittato per andare dall'ortofrutta prima dell'ufficio. Mi ha servito un ragazzo che mi sembrava chiaramente nordafricano, così gli ho chiesto:

- "Di dove sei?"
- "Calabrese"
- "Ah, perchè mi sembravi nordafricano"
- "Sì, sono egiziano"

Gli egiziani mi fanno morire. Ti rispondono quello che pensano tu voglia sentirti dire, o quello che fa figo. Il fatto che il titolare del negozio sia calabrese non lo rende calabrese, ma lui penserà che la gente qui preferisca i connazionali. Nel mio caso invece non sa che preferisco decisamente gli egiziani ai calabresi.

Spesso un egiziano, se gli chiedete di dov'è, vi risponderà: del Cairo. In realtà nella maggior parte dei casi non è del Cairo, ma il Cairo è grande e allora fa figo dire che sei del Cairo, anzichè di un paesino sperduto, secondo loro. Certo, si potrebbe usare: "vicino a", per dare un'idea al proprio interlocutore almeno della zona dell'Egitto da cui provengono, ma evidentemente non fa altrettanto figo. Infatti il ragazzo mi ha poi detto di essere del Cairo, ma incalzato dalle mie domande ha confessato di essere appunto di un piccolo paese del delta.

Chissà poi perchè. Io ci tengo a dire da dove vengo o dove abita mia mamma, per quante poche anime conti quel paesino. Perchè ho un legame con la mia terra. Forse quando senti che la tua unica speranza è la fuga dalla tua terra quel legame viene un po' a mancare... magari sbaglio... in ogni caso non addentriamoci in teorie antropologiche folli basate sul nulla, anche se sono la mia specialità.

In buona sostanza stamattina alle 8.20 stavo parlando in dialetto egiziano dietro casa. Già lì dovevo capire che la giornata sarebbe stata atipica.

Ho poi ricevuto due dei migliori sms del 2012. A dimostrazione che se pensi di meritarti cose belle esse stesse accadono. E che se hai il coraggio di chiudere fuori le persone negative ne troverai invece di decisamente positive.

Uscita dall'ufficio c'era un limousine bianca e Rodolfo (chi è Rodolfo? eh, sapeste...) mi dice: Guarda ti aspettano. Ok, non aspettava me ma è stata comunque una scena divertente.

Vado in palestra, prima volta in sala attrezzi, devo fare la scheda. Mi danno un istruttore. L'istruttore è alto due metri ed è il sosia di Gabriel Garko. Essere sosia di Garko, istruttore di palestra e alto due metri sono qualità che non dovrebbero essere presenti contemporaneamente nello stesso individuo. Invece lo sono.

Oltre al fatto che mentre lui mi spiegava le cose io non sapevo dove guardare, perchè era oggettivamente troppo bello per guardarlo, non potevo nemmeno vagare troppo con lo sguardo. Eh no perchè in sala attrezzi c'era un individuo quantomeno particolare, dotato di occhiali da sole a specchio, palesemente indispensabili alle 8 di sera in palestra, che dopo ogni ripetizione su qualsivoglia attrezzo si piazzava davanti allo specchio e ballava 3 minuti da solo come un matto.

Ripensandoci forse era proprio matto.

Quindi mi sono ritrovata a non sapere dove caspita guardare, in buona sostanza, e a fare immani sforzi per non scoppiare a ridere di fronte alle evoluzioni dell'uomo tarantola occhialuto. Credo di aver bruciato il doppio delle calorie per la fatica che ciò ha comportato.

Una giornata piena di sorrisi, belle sensazioni, improvvisi scoppi di gioia, davvero contro ogni previsione, e invece... invece fortunatamente, esistono giornate che non esistono.

E l'Egitto manca, manca sì. Solo una foto con naso bruciato dal sole in un radioso gennaio egiziano può esprimere quanto l'Egitto mi manchi.

sabato 31 marzo 2012

Quello a cui le persone comuni non pensano.

Ci sono cose che, fortunatamente, i più non considerano.

Considerazione numero 1.

Se mi scrivi sotto casa: "6 speciale, mi manki", ti freghi con le tue mani. Non è un sms, non devi risparmiare caratteri, che dichiarazione è quella in cui risparmi caratteri? Lascia che "6" sia "sei" e che il "ch" prenda il posto che gli spetta. A me queste cose danno sui nervi in una maniera che solo un autistico può capire. E i nomi propri di persona si scrivono con la lettera maiuscola.

Considerazione numero 2.

Il fumo fa male, malissimo, siamo tutti d'accordo. Eppure a volte il fumo ti salva. Sì, quando sei troppo depresso, malato, devastato per muoverti dal letto, la mancanza di sigarette è l'unica cosa che ti fa muovere il sedere. L'unica cosa al mondo che riesce anche dove Brad Pitt fallirebbe.

Considerazione numero 3.

Gli svantaggi del vivere al quarto piano senza ascensore. Normalmente si pensa alla spesa, al trasloco. Insomma, al fatto che portar su cose al quarto piano non è il massimo della vita e che probabilmente casa tua non vedrà mai una confezione da sei bottiglie d'acqua. O all'estremo mal di vivere che ti prende quando dimentichi qualcosa in macchina e devi tornare a prenderlo.
Pochi pensano a quale sia il vero dramma, che sto per svelare, del vivere al quarto piano senza ascensore. Il vero dramma di vivere al quarto piano senza ascensore è che quando viene a trovarti un ragazzo che ti fa sentire così felice che il mondo intorno sparisce quando sei con lui e hai solo le farfalle nello stomaco, che all'idea di vederlo ti si attorcigliano le budella e gli occhi ti brillano in maniera sorprendente... beh, il dramma è che quando arriva non puoi saltargli al collo e baciarlo come vorresti, perchè devi lasciargli riprendere fiato. Questo è il vero dramma di vivere al quarto piano senza ascensore.

mercoledì 29 febbraio 2012

Un giorno questo dolore ti sarà utile.

Questa non vuole essere una recensione cinematografica. Ho appena visto un film stupendo: Un giorno questo dolore ti sarà utile, di Roberto Faenza, tratto dall'omonimo bestseller di Peter Cameron.

Un film intenso eppure leggero. Non è facile raccontare con tanta grazia le assurde contraddizioni che ci circondano ogni giorno. I personaggi sembrano in parte caricature di determinati stereotipi eppure non lo sono, se ci rifletti vedi che nulla è davvero eccessivo, che ci sono davvero persone semplicemente così. Superficiali, perse, disoneste con se stesse.

Ad arricchire la bellezza già intrinseca della storia gli ambienti, luoghi in cui è difficile non desiderare di vivere, la colonna sonora perfetta, i costumi assolutamente adorabili. Tantissima poesia racchiusa nei dialoghi a volte con spunti davvero geniali e battute irresistibili.

"Sarà questo il prezzo da pagare per stare con un teorico della linguistica".

Adorabile, delizioso, profondo. Uno di quei film che ti lasciano il sorriso dentro. Eppure viene classificato come "drammatico". E' lì che vedi quanto sia straordinario.

mercoledì 15 febbraio 2012

Ci sono delle regole.

Ogni persona ha delle regole, una specie di manuale di istruzioni. Alcune persone li hanno compatibili, allora quando si incontrano sono felici, perchè sanno rendere felice l'altro senza grande sforzo. E' meravigliosamente naturale. Altre no, non sono compatibili. Se mi guardo intorno vedo tante coppie. E tante mi sembrano persone che non sono così compatibili in realtà, ma che hanno fatto il ragionamento "questa persona ha questi difetti, tanto vale imparare a conviverci, un'altra persona ne avrà altri". E le coppie durano, negli anni. Felici a metà. A me la metà della felicità non basta, io quel ragionamento lì non riesco a farlo. O sono felice o da sola, fortunatamente, sto benissimo.

Stasera mi sono anche dovuta sorbire le esternazioni qualunquiste, e maschiliste, di un siciliano fastidioso. Fastidio profondo, ma davvero profondo. Quelli che insinuano e giudicano e sputano sentenze. Senza nemmeno conoscerti. Come se le persone fossero tutte uguali e intercambiabili. No, non lo sono. Se per te trattar male una donna vuol dire volerle bene... bè amico, è un problema tuo. E poi, perchè me lo racconti?

Anch'io ho delle regole, una specie di manuale di istruzioni. Qualcuna la scrivo qui, così, giusto perchè stasera non ho voglia nè di stirare nè di lavorare.

1. Abbracciami. Abbracciami tanto. Quando mi hai vicina, abbracciami. In silenzio.
2. Ridi con me.
3. Sii leggero, i problemi sono bolle, trattali come tali, non renderli macigni.
4. Se mi togli il sorriso io me ne andrò. Il sorriso è importante, serve ogni giorno.
5. Se non ti rispondo sul cellulare non ti risponderò sul fisso, e viceversa.
6. Se mi chiami, abbi qualcosa da dirmi. Anche una stupidaggine, ma qualcosa. Le chiamate a vuoto mi irritano.
7. Se non sai sorprendermi mi annoierai. Io mi sorprendo spesso.
8. Non raccontarmi pettegolezzi, non mi interessano, preferisco i dialoghi diretti tra persone. I pettegolezzi mi annoiano.
9. Riempi i  miei occhi di cose belle.
10. Io da sola sto bene, benissimo. Se condivido il mio tempo con te non lo sgualcire.
11. Se dico no è no.
12. Se non ho voglia di fare una cosa non forzarmi. Otterresti la reazione opposta e contraria, la stessa che otterresti da una monella di 2 anni.
13. Io sono vendicativa in anticipo. Non provarci nemmeno a sfidarmi, ho vinto prima ancora che tu iniziassi a giocare.
14. Non sono curiosa, non mi incuriosirai, lasciami direttamente senza parole.
13. Amo Parigi.
14. Sono una tipa da spiaggia. Vivrei in pareo e infradito, sempre con la pelle dorata e splendente al sole. Forse doveva essere questa la numero 1...

E per il momento è tutto direi. Sembrano cose stupide. Probabilmente lo sono.

domenica 12 febbraio 2012

Uomini da dimenticare.

- Secondo me è meglio se non ci sentiamo per un po'.
- Mi hai cercata tu... (Peraltro dandomi fastidio).

Certe persone non sono persone. Sono ossimori.

domenica 5 febbraio 2012

Parlami

Parlami di sogni, di mete da scoprire, di partenze folli il venerdì sera, quando mi porterai via avvolta solo di magnifica e perfetta sorpresa. Parlami di anima e di crescita spirituale. Parlami di grandi uomini e di grandi donne, del patrimonio che ci hanno lasciato, parlami della ricchezza di un ricordo. Parlami della tua terra con amore e devozione, mostrami i luoghi che ti hanno reso chi sei, quelli su cui ti soffermi con lo sguardo poichè per te sono densi di significati, panchine anonime ai più che si fanno frammento di esistenza. Parlami di un libro, di un film, di una canzone, di un luogo che ti hanno estasiato, fammeli conoscere con i tuoi occhi e con le tue parole, incuriosiscimi al punto che voglia renderli miei. Parlami di felicità inebriante, di un desiderio che sta per essere soddisfatto, di quel passato che segna il presente.

Abbandona i fantasmi, i problemi sempre uguali perchè mai affrontati, le vecchie insicurezze. Abbandona il pettegolezzo, e tutto il suo chiacchiericcio superficiale, le storie immaginate di persone di cui nulla mi importa.

Parlami con i colori della natura. Parlami col suono delle onde che accarezzano il bagnasciuga.

Never say neve. cit.

Ho una teoria, assolutamente non basata su fatti reali ma solamente su sensazioni mie e pensieri privi di ogni tipo di fondamento o sistematica conferma empirica. La mia teoria è la seguente: ami di più la stagione in cui sei nato. Lo so, è folle. Comunque, io, che sono nata a fine luglio sono una tipa da spiaggia. Vorrei vivere in pareo e infradito, passando da una partita a beach volley a una spalmata di unguento super abbronzante a un mojito con sottofondo di musica chill out. Insomma, continuare a vivere a Torino, con il suo clima, è un atto di eroismo autolesionista da parte mia, che non tiene conto delle mie inclinazioni naturali. Spero che un giorno tutto questo cambierà, che aprendo la finestra vedrò il mare e che la cosa più pesante del mio guardaroba sarà un giubbotto di jeans. Chissà.

Da qualche giorno qui fa un freddo polare, con temperature record e n disagi collegati al gelo e al maltempo. Treni in ritardo, morti per ipotermia, case senz'acqua (gelata nei tubi), nè luce. Nonostante i guanti mi diventano le mani viola e a volte ho paura di perdere l'uso delle dita. Vorrei solo essere Mago Merlino nell'atto di recitare: Honolulu arrivo!, invece mi confronto con questa quantità abominevole di neve a cui è seguito di conseguenza il ghiaccio, visto che siamo ampiamente sotto lo zero come temperature. E tutti quelli che dicono: oh che bella la neve. Sì, la  neve è bella se puoi godertela sciando o da dietro la finestra di una casa calda, con una tazza bollente di un qualche intruglio in mano. In città la neve non è bella, è un fastidio, un disagio, un rompimento di scatole. Ti inzaccheri completamente e se per lavoro devi andare in giro tutto il giorno ti tieni anche i piedi bagnati tutto il giorno. Non parliamo del guidare o del camminare sul ghiaccio, per cui finisce che guardi in continuazione a terra e chi guarda solo per terra si perde davvero moltissime cose, ma diventa una questione di sopravvivenza.

A me la neve fa venire in mente 3 cose:

1. il racconto L'anno del tempo matto di Stefano Benni, ambientato nel meraviglioso paese di Sompazzo.
2. Una nevicata straordinaria risalente ai tempi in cui andavo all'asilo in Corso XXV Aprile ad Asti, gruppo rosso. Traffico bloccato, strade impraticabili e io che aspettavo che venisse a prendermi mia madre stando in piedi su un davanzale (interno) delle grandi finestre del corridoio al piano terra dell'asilo, con la maestra Clelia che teneva un braccio intorno alle mie gambine di bambina. Poi arrivò mamma, perchè mamma arriva sempre, neve o no.
3. Un servizio di qualche anno fa del Tg3 Piemonte. Il nostro grande giornalista Gianfranco Bianco, la lingua più veloce del west, secondo me un uomo sempre desideroso di nominare la "Val Varaita" (vedi teorie senza fondamento in cui mi diletto), andava a Torino, in piazza Castello, dopo una gran nevicata a intervistare gli spalaneve. Tra loro, c'era un uomo marocchino. Bianco gli si avvicinò e gli chiese: "è la prima volta che vede la neve?". Domandone, non c'è che dire. Momenti di grande giornalismo. Il nordafricano, anche un po' spazientito, ché uno se è immigrato non è per forza cretino, rispose: "No, sono dieci anni che vivo in Italia". Ricordo che quel servizio mi turbò non poco. Ero davvero basita di fronte alla demenza manifesta di Bianco.

Ah, c'è un'altra cosa. Ogni volta che nevica in Italia, in maniera un po' più decisa della spruzzata di mezza giornata, ho come la sensazione che siamo preparati alla neve più o meno come il Burundi.